Napoli, 17 gennaio 2013 – Il Gran Bazar Tribunale di Napoli svela l’esistenza di altri commessi. Tutti insospettabili, a loro modo, tutti impegnati ogni giorno e nelle rispettive mansioni al buon funzionamento della giustizia, siano essi avvocati, cancellieri, dipendenti o addetti alla sorveglianza con tanto di divisa. A rinforzare lo squadrone di quanti operavano per “aggiustare” i procedimenti giudiziari, spuntano ora altri tre nomi. Tutti avvocati, indagati nell’ambito della inchiesta sulla sottrazione di fascicoli dalle cancellerie del Palazzo di Giustizia di Napoli per insabbiare processi e favorire scarcerazioni per decorrenza dei termini e prescrizioni. Le iscrizioni nello stesso fascicolo in cui ci sono altri colleghi risale al pomeriggio di ieri. Nel dettaglio, militari della Finanza, su disposizione dei pubblici ministeri Antonella Fratello e Gloria Sanseverino, ha eseguito perquisizioni presso gli studi degli avvocati Isabella Ambrosino, Pasquale Russo e del collaboratore di un legale. In giornata, intanto, davanti al gip Paola Scandone, cominceranno gli interrogatori di garanzia delle persone arrestate. In carcere sono detenuti il faccendiere Vincenzo Michele Olivo, il cancelliere Mariano Rotondo e Giancarlo Vivolo, in servizio presso la Corte di Appello. Le indagini sono concentrate anche sugli accessi illeciti al sistema informatico della procura che avrebbero, tra l’altro, consentito a un indagato di conoscere l’esistenza della inchiesta a suo carico. Per tale vicenda sono indagati alcuni operatori in servizio presso la procura napoletana. Per gli inquirenti è più che fondata l’ipotesi che il sistema di corruzione e gli accessi abusivi siano stati più numerosi di quelli emersi nel corso dell’inchiesta.
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