“Domenica” edito da Feltrinelli,è la storia di una coppia come tante altre, in crisi come tante altre che nel giorno dedicato alle riunioni di famiglia, la domenica del titolo per l’appunto, mette in scena tutta la disperazione di una relazione in bilico tra amore e necessità dell’amore, tra l’amore finito e l’amore desiderato.
Le centocinquanta pagine scritte da Ilaria Bernardini scorrono veloci, con un ritmo preciso e una scrittura scarna e disadorna che come in un dramma teatrale analizza bene i punti di vista dei due protagonisti che per una scelta dell’autrice non hanno neppure un nome. Il loro bambino di tre anni è dai nonni e loro due una volta rimasti soli senza l’alibi del lavoro e degli impegni quotidiani, sono costretti a guardarsi negli occhi come in un impietoso spazio scenico che spinge lui e lei verso un dialogo duro, spietato, verso un viaggio dentro i loro fallimenti personali e dentro i loro sentimenti ormai consumati. Come in un racconto di Cechov o in un film di Bergman.
All’inizio il fattore che sembra aver messo in crisi la coppia è un banale episodio di infedeltà, poiché lui che non ha resistito al fare la corte a una donna incontrata all’ultima festa a cui la coppia è andata, ma poi il varco nella loro crisi si apre e diventa sempre più grande come se, ad ogni tentativo di cercare di capire e di capirsi, la distanza fra i due diventasse sempre più grande. Forse non si amano più ma tuttavia non riescono a lasciarsi. Il confronto fra di loro, infatti, si fermerà un attimo prima della resa dei conti finale quando ricevono una telefonata dai nonni: il bambino è stato portato in ospedale, perché è improvvisamente svenuto. La corsa per raggiungere il piccolo diventa allora una corsa anche all’interno dei loro problemi. Non ci sarà alcuna rottura ma neppure nessuna scelta o soluzione risolutoria: ognuno dei due sa di non poter fare a meno dell’altro, ognuno è per l’altro l’alibi perfetto per non guardarsi dentro e non giungere mai alla verità finale sul loro rapporto.
Carla Falconi
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