Napoli, 28 gennaio 2013 – I clienti sono meno della metà dei tempi migliori. E quelli, purtroppo, non è così facile farli rientrare nei negozi, qualunque articolo si venda, almeno finché le tasche restano vuote. Ma su un punto si potrebbe intervenire: il caro fitto, affinché sia un po’ meno caro. Insomma, per frenare le serrande che calano, si potrebbe imporre un calmierante a chi affitta locali per esercizi commerciali. A scorrere le statistiche della crisi a Napoli e i motivi per cui tanti commercianti napoletani hanno imboccato la via della necessaria chiusura: eccessivo il canone da pagare ai locatori, tenuto conto soprattutto che di questi tempi si registrano consistenti aumenti, causa Imu e crisi e nonostante il periodaccio. Una soluzione è allo studio del Comune di Napoli, che intanto ha chiesto ai proprietari dei negozi di ridurre “i canoni di affitto del 20-25 per cento”. “C’è un problema di costo eccessivo degli affitti – ha sottolineato l’assessore comunale alle Attività Produttive, Marco Esposito – e così, in accordo con le associazioni di commercianti, il Comune ha preparato una lettera da allegare a una richiesta al proprietario dell’immobile per una riduzione sensibile del 20-25 per cento del canone di affitto. È un segnale che proviamo a dare per superare questa fase difficile – ha concluso – sapendo che le azioni da mettere in campo per restituire attività produttiva alla città di Napoli sono anche altre”. Al momento siamo agli inviti, all’appello, di cui si fa sponsor il Comune di Napoli. Magari in futuro lo stesso Comune di Napoli potrebbe intervenire in maniera più fattiva, venendo incontro ai locatari riducendo loro tasse sull’immobile in questione. Così che si capisca che il primo sacrificio arriva proprio dall’alto.
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