Napoli, 22 dicembre 2012 – La lontananza sai è come il vento. Vento di una rivoluzione tutta arancione. E a chi, della sua stessa maggioranza, gli ha fatto notare che il vento della lontananza rischia di portarselo via, Luigi De Magistris ha subito messo mano a uno dei suoi slogan: “Per la mia città sto lavorando anche 18 ore al giorno. E lo dico clessidra alla mano”. Rieccolo il De Magistris dagli annunci tutti d’un pezzo. Quello che appena due giorni fa ha fatto i conti con un consiglio comunale saltato per assenza, soprattutto, della bulgara maggioranza che lo sostiene e si è preso un bel po’ di stilettate da chi ancora lo appoggia, dal Pd e dall’opposizione che, almeno questa volta, ha fatto sapere che esiste ancora. Il coro è unanime: “Il sindaco è distratto dal suo progetto politico”. Ovvero, dal lancio e dalla volata elettorale del Movimento Arancione. Macché, l’ex magistrato rigira l’accusa e dichiara: “Il progetto politico servirà al rilancio della mia città”. Un deja vù. Sembrano i tempi dello scontro con Lettieri, solo che da allora è trascorso un anno e mezzo. Nel frattempo, il suo uomo va. Perché alla fine Antonio Ingroia ha sciolto la riserva sulla sua candidatura. “Se ci siete tutti, se ci siamo, anche quelli della società civile, io sono disponibile a candidarmi in un movimento unitario”. Così, l’ex magistrato del pool antimafia di Palermo dal palco del teatro Capranica di Roma, che ha invitato Antonio Di Pietro, Olivero Diliberto, Paolo Ferrero e Angelo Bonelli a fare un passo indietro. Ma ha pure invitato qualcun altro a farne uno in avanti e “a metterci la faccia come ce la metto io”. Il riferimento è palese ed è rivolto alla prima fila. “A sindaci come de Magistris e Orlando – ha dichiarato Ingroia – chiedo di far parte della lista con un candidato premier”. Che sarebbe, per l’appunto, Ingroia. De Magistris glissa e si limita a parlare di “una nuova stagione politica”.
(giuseppe porzio)
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