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Lunedì 25 Novembre 2024

Il presunto killer di Lino Romano scriveva poesie in galera

 

Napoli, 3 dicembre 2012 – Non poteva sbagliarsi. Per più ragioni. Ci aveva già provato a ucciderlo, ma la pistola si era inceppata. Per essere ancora più certi riconoscesse l’uomo da eliminare, gli hanno mostrato una foto sul profilo Facebook. In quell’immagine Domenico Gargiulo era ritratto con la fidanzata Flora: eppure, gli uomini appostati davanti al palazzo di corso Marianella si sono sbagliati ed hanno assassinato per errore Pasquale Romano (nella foto). Retroscena drammatici emersi dall’ordinanza notificata ai quattro collaboratori di giustizia coinvolti nell’omicidio di lino, il giovane ed innocente operaio di Cardito. Il provvedimento è stato emesso dopo l’udienza di convalida del fermo di Giovanni Marino: per quest’ultimo, che guidò l’auto dei killer, e per Anna Altamura, che via sms li informava delle mosse del loro obiettivo, il gip Luigi Giordano ha disposto gli arresti in carcere. Ai due figli della donna, Carmine e Gaetano Annunziata, che hanno avuto un ruolo minore nella preparazione del delitto, ha invece concesso il beneficio dei domiciliari. Accolte dunque le richieste dei pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo. Proprio Gaetano Annunziata ha riferito agli inquirenti della foto presa da Facebook: Flora, la fidanzata del vero obiettivo dei sicari, è sua cugina. Nel corso del primo interrogatorio, Anna Altamura ha raccontato invece lo scambio di messaggi con i killer, avvenuto attraverso un telefonino che le era stato consegnato da uno dei figli dopo essere stato privato del microfono per renderlo più sicuro. Il numero al quale segnalava gli spostamenti di Gargiulo era sotto la voce “Amore”: i killer, tuttavia, a suo dire non attesero il suo ultimo messaggio e Salvatore Baldassarre fece fuoco mentre Gargiulo era ancora a tavola con la fidanzata e i parenti di lei. Fu proprio il mancato obiettivo dell’agguato, ha aggiunto la donna, a comprendere che quelle esplosioni in strada non erano fuochi d’artificio ma spari. Sconvolto dal tragico errore di persona, Gaetano Annunziata chiese a Salvatore Baldassarre perché avesse colpito un’altra persona dal momento che conosceva Gargiulo e probabilmente, dopo un primo momento di incertezza, si era reso conto che il giovane uscito dal palazzo non era lui. Agghiacciante la risposta dell’assassino: “Io quando poi inizio a sparare non mi fermo più”. Un killer spietato, a dispetto di un ritratto dello stesso presunto assassino che emerse quando fu condannato all’ergastolo con l’accusa di aver avuto un ruolo di primo piano nell’omicidio di Giovanni Moccia. In cella Baldassarre componeva poesie d’amore per la fidanzata. A cui, in una telefonata, ammise le sue responsabilità nel delitto. Ma in appello la telefonata fu ritenuta ininfluente. E il poeta mancato venne assolto e scarcerato.

 

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