Napoli, 28 dicembre 2012 – Rieccoli i sequestri con il botto. A dire, il vero, riecco i sequestri prima che ci siano i botti. La guerra ai venditori di petardi proibiti è cominciata da mesi. E il bilancio è già di quelli importanti. Il colpo grosso ad Afragola: quasi una tonnellata di fuochi artificiali sotto chiave. A Castellammare ben 50 chili in fumo, è il caso di dirlo. E ancora: a Gragnano sono state trovate e sigillate 140 bombe del peso oscillante fra 150 e 400 grammi (in tutto circa 150 chili di materiale). A Mugnano di Napoli gli artificeri dell’Arma hanno sequestrato un chilo di polvere e a Torre del Greco sono stati rinvenuti 350 ordigni esplosivi privi di classificazione. A Ercolano, invece, sono stati trovati 45 chili di materiale esplodente in una cantina. Tutto quanto nel solo mese di dicembre. Un quantitativo che, tenuto conto dei precedenti, in questi ultimi giorni potrebbe addirittura raddoppiare. Anche perché è caccia, proprio in queste ore, alle ultime novità in fatto di botti pirici. Oramai superati i comunque celebri “pallone ‘e Maradona”, così la bomba “Bin Laden”. Lo scorso anno l’incremento indisciplinato delle gabelle a carico degli italiano portò i fuochisti made in Napoli a pensare e coniare la bomba “Mario Monti”. Un botto di quelli da ricordare, ma che lo si può trovare pure quest’anno. Di nuovo, c’è il petardo battezzato col nome dell’ultimo beniamino dei tifosi napoletani: il botto “Insigne”. Ma c’è anche la stretta attualità, con il “Terremoto Maya”, una scarica di track fino al gran botto, nel rispetto della profezia che non c’è stata. Va sottolineato che, anche quest’anno, i costi dei botti non sono in linea con la recessione. Si va dai 20 ai 100 euro. Lo “sparatore”, si sa, è uno che non bada a spese. E’ uno che, come tramanda la peggiore delle tradizione, rinuncerebbe pure al cenone, pur di non sfigurare coi vicini.
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