Cardito, 20 ottobre 2012 – Una visita privata nelle mura di una casa distrutta dal dolore. Il ministro degli Interni Annamaria Cancellieri ieri ha fatto visita ai genitori di Lino Romano, il 30enne ucciso per errore lo scorso 15 di ottobre per mano della camorra. La Cancellieri si è recata nell’appartamento di via Benedetto Croce a Cardito subito dopo i funerali celebrati del Santuario del paese in Provincia di Napoli. Un colloquio intimo durato poco più di mezz’ora, in cui il ministro ha rassicurato i genitori di Lino: “Avrete giustizia”, ha detto, “faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per assicurare gli assassini di vostro figlio ad una Corte di assise”. Tra le mura di casa, mamma Rita e papà Salvatore hanno mostrato alla Cancellieri le foto di Lino, un giovane per bene dalla faccia pulita e lontano dal mondo della malavita che lo ha assassinato. Il ministro ha poi dichiarato che metterà più uomini delle forze dell’ordine sul territorio, affinché fatti del genere non debbano ripetersi. Un incontro breve ma carico di commozione quello di ieri sera dopo che nei giorni scorsi la famiglia di lino aveva rivolto il suo appello proprio allo stato a cui chiedeva che la morte innocente del ragazzo non cadesse nell’oblio. Dalle case accanto a quella della famiglia Romano, una donna si affaccia e ha il coraggio di urlare al ministro di fare il loro dovere: “Non vogliamo più parole vogliamo vedere i fatti”, dice la donna, “fate il vostro dovere fino in fondo”. Dopo la visita la Cancellieri è ripartita alla volta di Roma, non prima però di lanciare la sua stoccata al sindaco di Napoli Luigi De Magistris che nei giorni scorsi aveva denunciato l’abbandono di Napoli da parte del Governo: “Comprendo che è un momento difficile per tutti ha detto il ministro e mi rendo conto che non è semplice amministrare Napoli ma non è lanciando accuse allo Stato che si cambiano le cose. Alcune dichiarazioni sono frutto di un’emotività dettata dal momento”. E la Cancellieri aggiunge, “chi porta la fascia tricolore ha giurato fedeltà alla Repubblica e servire lo Stato vuol dire comprendere le ragioni di un paese che vive un momento difficile senza lasciarsi trasportare appunto dall’emotività”.
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