Napoli, 23 ottobre 2012 – Appena qualche giorno fa puntò il mirino alto contro i prelati, gli alti prelati, forse troppo in alto anche per il mirino, accusandoli di mettere da parte l’interesse cristiano per badare ad interessarsi a tutt’altro: la carriera, tanto per fare un esempio. Già, perché in una intervista al settimanale “Nuova Stagione” che ne raccoglieva una serie di riflessioni non da poco, il cardinale Crescenzio Sepe ha pronunciato spesso due termini, “carrierismo e centralismo”, accostandoli, in generale, ad alcuni suoi colleghi. Sostenendo, senza mezze misure, che “carrierismo e centralismo” rappresentano i principali mali che affliggono la Chiesa. Mentre l’arcivescovo di Napoli esprime “forte preoccupazione” per una Chiesa che “non riesce più a essere se stessa, una Chiesa avvolta nella mediocrità di un’esistenza grigia, conformata a certi stili di vita del mondo, chiusa e arroccata su se stessa”, ecco trapelare un’indiscrezione che, se confermata, forze non sorprenderà molto la chiesa di Napoli, ma ci certo resteranno sorpresi gli inquilini di alcuni Palazzi della città. La “voce di corridoio” l’ha raccolta e diffusa l’agenzia “Il Velino”. Pare che l’arcivescovo di Napoli potrebbe interrompere prima del previsto la sua esperienza alla Curia partenopea. E sarebbe già scritto anche il suo destino futuro. Tutto da confermare, ovviamente, ma pare che per Sepe sia pronto un posto di vertice al Vaticano. Poltrone ben note al cardinale partenopeo, avendo occupato per anni, prima della nomina al vertice della Curia di Napoli, quella di prefetto di Propaganda Fide. Le indiscrezioni arrivano dalle sacre stanze. E sono dettagliate anche sul nome del possibile successore: monsignor Vincenzo Pelvi ordinario militare per l’Italia, napoletano, nominato il 14 ottobre 2006 da Papa Benedetto XVI che lo ha elevato alla dignità, come si dice in gergo clericale, di arcivescovo. Pelvi sarebbe anche un profondo conoscitore delle dinamiche di largo Donnaregina. Tutto in attesa di conferme. Ma fa riflettere che la voce venga fuori quasi in contemporanea all’attacco al veleno di Sepe agli alti prelati che scelgono l’iter della carriera, dimenticando talvolta il percorso della fede.
(giuseppe porzio)
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