Napoli, 12 ottobre 2012 – Ci risiamo. L’estate sembrava aver messo le cose a posto. Ma i conti sono conti. E le cifre non parlano chiaro. Anzi, diciamo proprio che i conti non tornano e non è pensabile che tornino presto. Con le proteste a singhiozzo di operatori, autisti e macchinisti, a seconda dei mezzi in questione, bus e treni continuano a lasciare i pendolari a piedi. Sia sottolineato che molti di questi pendolari hanno nelle loro tasche un regolare abbonamento, dunque danno a danno per chi paga per un servizio che non c’è. All’origine delle proteste, lo spettro del fallimento della Eav Bus, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico. Preoccupato il giudizio che ne dà il segretario della Cgil Tavella. “I vertici di Eav Bus hanno annunciato, a fronte del deficit registrato dalla partecipata della Regione, che non ci sarebbe alternativa al fallimento o alla messa in liquidazione dell’azienda, ipotesi quest’ultima sostenuta anche dall’assessore regionale ai trasporti, Sergio Vetrella”. Ma veniamo ai conti. L’azienda, che ha dichiarato un deficit di bilancio pari a 29 milioni di euro per gli anni 2011 e 2012, conta attualmente 1271 dipendenti. Gli esuberi paventati si attestano sulle 251 unità. Il totale dei chilometri percorsi dai bus ammonta a circa 18 milioni. Le risorse economiche da contratti sono pari a 46 milioni di euro, i ricavi da traffico 12 milioni. L’azienda al momento ha contratti di servizio con la Regione Campania, le Province di Napoli, Caserta e Benevento ed il Comune di Castellammare. Il rischio più che palpabile è che situazioni di fallimento, vista la dimensione di impresa del nostro territorio, possano trasformarsi in una ghiotta occasione di investimento per la criminalità organizzata. Lo sostiene Tavella. Ma sono in molti a pensarlo.
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