Napoli, 26 ottobre 2012 – Alla fine la situazione era sotto il naso. E’ proprio il caso di dirlo. Le eco balle saranno smaltite nella maniera più semplice possibile. Nonostante i possibili ed eventuali danni collaterali. Gli ambientalisti sono già sul piede di guerra, ora che sanno come potrebbero essere smaltite le eco balle. Ovvero, bruciate. E questo avverrà nei forni dei cementifici. Non proprio tutte le eco balle, trattandosi di milioni di quelle in sosta da anni sui piazzali. Fornaci che, come impianti di cdr, saranno pronte in questi giorni. Pronte ad eliminare i rifiuti. E a mettere fine – un po’ per volta – ai costosi viaggi all’estero per eliminare i rifiuti prodotti.
Non è una proposta. Una decisione dall’alto. Da Roma, dal Governo. La notizia è diffusa nel pomeriggio. Il Consiglio dei ministri ha approvato, in via preliminare e su proposta del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, un provvedimento per l’individuazione delle condizioni di utilizzo dei combustibili solidi secondari, in parziale sostituzione di quelli tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale. E’ chiara la nota ufficiale diramata in queste ore da Palazzi Chigi. “Il regolamento sul combustibile solido secondario è una parte essenziale del complesso di interventi di politica ambientale, energetica e industriale che sono necessari all’Italia per assolvere gli impegni europei e internazionali in materia ambientale ed energetica, offrendo inoltre soluzioni concrete alla soluzione dei problemi del nostro Paese in materia di gestione corretta e sostenibile dei rifiuti”. Prima che qualcuno possa avanzare le prime eccezioni, che sicuramente non mancheranno, il Governo mette le mani avanti, specificando che i benefici di questo combustibile consistono nell’elevata sicurezza dell’approvvigionamento, nella riduzione dell’importazione di combustibili, nella riduzione delle emissioni in atmosfera, il minore ricorso alle discariche come modalità di smaltimento dei rifiuti e la potenzialità di utilizzo per la raccolta differenziata”. Il provvedimento verrà inviato al consiglio di Stato e alle Commissioni parlamentari competenti e della Commissione. Nel frattempo si ragiona sulla riduzione delle emissioni in atmosfera. Non resta che attendere che siano individuati i luoghi preposti a ospitare le fornaci in questione. E le successive proteste.
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