Napoli, 17 ottobre 2012 – Nuova manifestazione dei lavoratori della ex Ergom. L’appuntamento stamane all’alba. A presidiare i cancelli della fabbrica di via De Roberto, dalle 5.10 del mattino, insieme agli operai dell’azienda attiva nel settore della componentistica auto, anche i lavoratori in cassa integrazione della Fiat di Pomigliano d’Arco, gli stessi che, guidati da Oreste Scalzone, l’ex leader di Potere operaio, lo scorso sabato si sono gemellati per un giorno con le tute blu dello stabilimento Ilva di Taranto. Il dissenso nasce a seguito di un ennesimo rinvio, da parte della Ergom di un tavolo ministeriale. Da quanto affermano i sindacati, l’incontro era previsto già da tempo e fissato per l’altra mattina. Ma i vertici della Ergom, però, hanno rinviato ulteriormente il meeting per “via di impegni già presi”. Una beffa, fanno sapere i sindacati, che rende chiaro come l’azienda non ha nessun futuro e vuole evitare il confronto facendo saltare il tavolo.Dal dopoguerra i quattro stabilimenti della Ergom (oggi Magneti-Marelli) producono i componenti in plastica per le auto e secondo gli accordi , i dipendenti di quello che è l’indotto primario della Fiat, avrebbero dovuto essere assorbiti dalla Fip (Fabbrica Italia Pomigliano). Mentre tre stabilimenti su quattro chiudevano, solo 220 lavoratori sono stati incorporati dal colosso di Pomigliano e gli altri 750 campano da tre anni e mezzo con 800 euro al mese. L’accordo per il loro trasferimento, siglato nel 2007, nel 2009 è stato cancellato perchè secondo l’azienda “non c’erano più le condizioni” e per l’indotto primario più importante della Campania non esiste al momento nessun piano industriale.
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