Cavani ha rilasciato alcune dichiarazione alla gazzetta dello sport .Ecco i passaggi più significativi dell’intervista:«Non avendo fatto il ritiro coi compagni, perché ero impegnato all’Olimpiade, ho dovuto aspettare Pechino, appunto, per farmi una prima idea della nostra forza. E lì ho trovato un gruppo motivato, voglioso e convinto di fare grandi cose. Laggiù, ho capito che questo sarebbe potuto essere un grande Napoli.Quella di Conte è una squadra solida, ma le differenze che ho visto nell’unica partita giocata contro (Pechino ndr), sono state determinate dalle due espulsioni. Quella sconfitta mi ha fatto arrabbiare molto, Ma no! Però, è innegabile che certi errori di valutazione possono condizionare l’esito di una stagione. Non condivido, in ogni modo, la tesi di chi pensa alla malafede o alla disonestà. Siamo uomini e possiamo sbagliare, al di là dei ruoli. Succede a noi calciatori ed è umano che succeda pure a loro.No, è presto, la strada è ancora lunga. Ci sono squadre importanti che verranno fuori. Inter e Milan, per esempio, hanno riaperto un ciclo e il bello del calcio italiano è proprio questo, che magari vinci due partite di seguito, come è capitato all’Inter, e sei nuovamente in corsa.Due giorni prima di quell’incontro, mia moglie, Soledad, subì una rapina a Napoli, eravamo sconvolti e lontani. Io anche nervoso, perché ero impossibilitato a fare qualcosa. De Laurentiis capì la situazione e volle raggiungermi per farmi sentire l’affetto suo e della società. Fu una buona opportunità per discutere anche dei problemi legati al contratto. Lui ha fatto uno sforzo importante, comunque, ma credo che lo abbia fatto con piacere. Se ho alzato la voce in quel periodo, è perché sentivo di meritare qualcosa in più. E, assecondando le mie richieste, il presidente mi ha fatto capire quanto ci tiene a me.Cambiare squadra e città è sempre difficile, ma se realmente altre società mi avessero voluto, avrebbero fatto un’offerta irrinunciabile alla società e invece così non è stato. Qui, si vive di calcio, anche per i problemi sociali che ci sono. Nello sport la gente trova la gioia che in altri settori della vita non percepisce. Io darò tutto me stesso per questa città e la sua gente. I tifosi rivedono in me quel giocatore che può farli vincere nuovamente, così com’è accaduto con Maradona, anche se oggi il calcio è diverso. Le nuove generazioni non hanno vissuto l’era di Diego e Careca ed è bello che io possa far rivivere loro quelle emozioni. Spesso, quando vado in giro, le persone mi fermano, mi dicono grazie, perché sto facendo rivedere loro una pellicola del passato che proietta le immagini degli scudetti. E queste cose mi danno una carica eccezionale.Se a fine campionato prevarrò sugli altri, sarò felice, altrimenti saprò di aver dato comunque il massimo. Io lavoro per vincere, a prescindere dall’importanza del trofeo. E m’impegno per aiutare i miei compagni a fare grandi cose.Io mi alleno tutti giorni con la stessa intensità per arrivare al loro livello, sono due grandi campioni. Comunque, spero di raggiungere il top con il Napoli, perché il mio unico obbiettivo è vincere sempre. Lui è quello che ha più meriti, in me ha sempre avuto fiducia. È stato il mio trampolino di lancio. Mi ha convinto con una telefonata che mi fece durante il Mondiale in Sudafrica. Allora, capii quanto fosse forte il suo interesse nei miei confronti. Oggi, i risultati stanno confermando che la mia scelta di venire a Napoli è stata quella più giusta».
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