Napoli, 1 agosto 2012 – Robin Hood e Mister Bandana divisi da un milione di euro. La guerra fredda, consumata per mesi tra stanze e corridoi di Palazzo San Giacomo, è ora una battaglia in campo aperto. All’occorrenza, si tirava di fioretto. Oggi si sganciano bombe. Bombe che rischiano di provocare seri danni d’immagine nel breve e lungo termine. Danni che si chiede di risarcire. Riccardo Realfonzo versus Luigi De Magistris. Dall’una e dall’altra parte del fronte, l’assessore napoletano al Bilancio defenestrato e prontamente sostituito e il sindaco di Napoli. Con il primo che, dopo giorni di assordante silenzio, esce allo scoperto e lo fa in una lunga intervista al Fatto Quotidiano.it. Il titolo è loquace e lascia molto più che intendere: “Populismo e passerelle, così De Magistris ha tradito la rivoluzione arancione”. Bomba e contraerea. Il primo cittadino annuncia querela. “Si tratta di un’intervista dal contenuto diffamatorio – comunica De Magistris – fondata su falsità provenienti da un soggetto che, in questo modo, non fa altro che confermare il proprio fallimento politico. Se fosse vera soltanto una metà di quello che egli afferma – qui l’ex pm passa all’attacco – allora c’è da chiedersi come mai non si sia spontaneamente dimesso invece di attendere la mia sfiducia”. Da qui la richiesta di risarcimento: un milione bello tondo “da destinare alle fasce deboli della città”. Ma cosa c’è nell’intervista che fa così infervorare il Nostro? Realfonzo in realtà non mostra di aver peli sulla lingua. Spiega che il sindaco bada “solo ai grandi eventi e rinuncia ad aggredire i problemi di fondo della città”. L’ex assessore descrive un sindaco allergico al risanamento. De Magistris, aggiunge ancora Realfonzo, pensava di tappare le falle del bilancio con la “finanza creativa degli anni ’90, quella dell’indebitamento e dei derivati. La fantasia di bilancio con la quale ‘rimettere in ordine’ i conti nascondendo le difficoltà finanziarie e non ostacolando la spesa. Di fronte alle mie perplessità – rivela l’economista – De Magistris una volta mi rispose che “in fondo la Dc ha governato per 40 anni. Noi siamo appena arrivati e dobbiamo essere così rigorosi?”. Ma la stoccata maggiore è contenuta nella risposta all’ultima domanda. A Realfonzo viene chiesta la differenza tra il sindaco attuale e quello che lo ha preceduto, e la risposta è tutt’altro che laconica e vale la pena leggerla integralmente: “La Iervolino – dice il professore – era ostaggio di alcune forze politiche che la ricattavano, in perfetto stile pre Tangentopoli. Ma aveva piena contezza dei problemi amministrativi. In de Magistris invece ho trovato una totale indisponibilità a ragionare sui cinque anni. Lui si pone obiettivi elettorali di breve periodo. Insomma guarda alle politiche del 2013 e pensa alla città più che altro come a un trampolino di lancio. Poi ha un limite caratteriale forte: se la prende con chiunque metta in discussione le sue scelte”. Parole da un milione di euro.
(giuseppe porzio)
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