Napoli, 26 luglio 2012 – In principio erano gli esattori. Agenti del balzello, insospettabili, pur se rappresentati di nero vestiti. Oggi c’è il più preciso cervellone. Un supercomputer, così cominciano a chiamarlo pure tra le stanze di palazzo San Giacomo. Non un solo pc, ma un software a disposizione dei funzionari del Comune di Napoli per incrociare, tutti in una volta, un bel po’ di dati. Comincia l’operazione “staniamo i furbetti”, ovvero gli evasori. Un’operazione già in fase avanzata grazie alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, ma che ora necessita di un’accelerata dal momento che il rischio default per il Municipio partenopeo è dietro l’angolo. Per questo è stata varata un’unità ad hoc per riorganizzare la macchina comunale. Il primo impegno sarà il recupero del neonato Imu, di cui non tutte le prima rate sono state riscosse: a conti fatti, mancano circa 37 milioni di euro rispetto alle previsioni. Nel frattempo si cercherà pure di risalire ai 130mila evasori di Tarsu, Irpef e vecchia Ici. La piaga maggiore resta quella della tassa sui rifiuti: il Comune riesce a incassare appena il 60 per cento delle entrate stimate. In soldoni, erano attesi 57 milioni e 600mila euro ma il Comune ha incassato meno di 35milioni. Tutti nel mirino del cervellone delle tasse.
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