Napoli, 6 luglio 2012 – Come nel celebre “Totò, Peppino e i fuorilegge”, un complice barbiere che lo aiutava a scrivere la lettera minatoria, e non al minatore, forse non ce l’ha avuto. Per il suo finto rapimento Francesco Landi, artigiano 65enne, aveva fatto tutto da solo. Almeno così pare. Di questo umile ed insospettabile artigiano originario di Torre Annunziata, da anni residente a Savona, dal 16 giugno s’era persa ogni traccia. Al punto da finire pure nel novero di appelli e descrizioni di Chi l’ha visto? E qualcuno, come accade con ogni scomparso, aveva pure giurato di averlo incrociato. Poi la telefonata che, fin da principio, aveva messo sul chi vive un po’ tutti. Uno sconosciuto contatta al telefono un parente di Landi, parla con un falso accento siciliano e chiede un riscatto di 30 mila euro per riconsegnare il familiare sequestrato. Nessun sequestro. Tutto finto. E tutto per pagare un bel po’ di debiti accumulati dal finto sequestrato. Landi l’hanno trovato a Napoli, in un “bed and breakfast” nei pressi di Piazza Garibaldi. E’ bastato seguire la cella del suo telefono. Altro che Ignazio il Torchio.
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