Napoli, 4 luglio 2012 – Spavaldo come ai concerti dove se di telecamere non se ne contavano così tante, non mancava la gente. Non un plebiscito, ma qualche centinaio di accoliti Tony Marciano, che all’anagrafe di nome fa Ciro, ne ha registrati, eccome. Forse, però, tanti obiettivi e tanti giornalisti tutti assieme non era abituati a vederli. Magari sperava in una mise migliore, non certo sprovvisto dei suoi occhiali dalla montatura robusta e dandy alla Elton John. “Neanche se faccio un concerto vengono tutte queste telecamere”. Sorriso sornione, lo stesso dei suoi clip. Quelli che lo vedono destreggiarsi con una mimica e una gestualità ben oltre il melodrammatico. Col tono sicuro pure quando, in una conversazione intercettata con una indagata con cui ha una relazione, a proposito del trasporto di 400 pacchi di hashish, Marciano dice al telefono: “Che rischio c’è? Io faccio questo mestiere qua… il malamente sono io”.
“Stu pentito ca non ce vo bene c’ha raccontato ‘e me”, chiede Marciano al suo interlocutore-attore-collega di nuova melodia Antony nel brano “Nun c’hamma arrennere”. Testo che inneggia all’odio contro i pentiti. Quasi un presentimento, una veggenza. Perché, chissà come, proprio le rivelazioni di collaboratori di giustizia hanno portato all’apertura di un’inchiesta che si è conclusa con gli arresti di questa notte. Vincenzo Saurro, ad esempio, ricorda che in occasione della festa della Madonna della neve, il clan Gionta imponeva ogni volta che in piazza si esibisse Tony Marciano, ritenuto organico proprio ai Gionta, accusato di trafficare droga con l’aggravante del metodo mafioso, oltre che di finanziare, tra gli altri, un vasto giro di stupefacenti. Accuse pesanti a carico di Ciro Marciano, in arte Tony, che sul finire degli anni Ottanta ha venduto 150mila copie col suo disco dal titolo “Io Sono Meridionale”, e che ha duettato anche con Maria Nazionale nel brano “Io e te”. Lo hanno inguaiato i pentiti. Come cantava in quella clip con Antony, dove sottolineava che i collaboratori di giustizia “hanno perso l’omertà”, “hanno fatto cadere un impero”, ma che, sottolinea in musica e parole, “non mi faranno perdere la dignità”.
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