Napoli, 26 luglio 2012- 15 miliardi di euro. A tanto ammonta il debito strutturale della Regione Campania che potrebbe rischiare il default. Nei giorni scorsi si era parlato del Comune di Napoli a rischio commissariamento per il possibile dissesto aggravato anche dai tagli della spending review. Ora tocca alla Regione fare i conti con il proprio bilancio. Sulla questione arrivano le rassicurazioni del governatore Stefano Caldoro che in primis respinge ogni paragone con la Regione Sicilia, in debito di 42 miliardi di euro e subito dopo rassicura sulle finanze campane: “Il nostro è un debito assestato da due anni”, fa sapere Caldoro, “ed è al 100 per cento ereditato dalla vecchia amministrazione regionale”, precisa poi il presidente della giunta. Il debito in questione sarebbe cresciuto vertiginosamente sino al 2009 per poi assestarsi grazie ad interventi di drastica riduzione nella spesa dei comparti mutui, sanità e ora anche trasporti. nel decennio antecedente la gestione Caldoro, quando sullo scranno di Santa Lucia sedeva Antonio Bassolino il debito è cresciuto a dismisura e dal 2012 si è avuto poi il blocco della spesa. All’atto del suo insediamento Caldoro chiese l’intervento del Ministero delle Finanze per certificare il debito che fu stimato in maniera approssimativa sui 15 miliardi a causa del caos gestionale degli anni precedenti. Da lì Caldoro impose il blocco dei mutui, mentre nel difficile comparto sanitario dove il buco nero ammontava nel 2009 a 774 milioni di euro si è arrivati ai 271 dl 2001 grazie anche ai commissariamenti delle asl Napoli uno guidata negli ultimi dodici mesi dal generale Maurizio Scoppa e l’asl di Salerno, risanata grazie all’aiuto del colonnello Maurizio Bortoletti. Nel settore dei trasporti su ferro, procede spedito il piano di rientro mentre ieri è partita la gara per la privatizzazione della compagnia di navigazione Caremar. Infine, sulla polemica sollevata da CONFINDUSTRIA per l’utilizzo per risanare il debito di Fondi Fas destinati invece allo sviluppo, Caldoro smorza i toni sottolineando che la scelta non è certo positiva ma in questo momento è sicuramente inevitabile.
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