Napoli, 5 giugno 2012 – Nuovo tassello nell’intricato scandalo dei Giroamini. Una vicenda che ha portato alla luce il furto di circa 1500 volumi e che ha portato in carcere cinque persone, tra cui l’ex direttore Massimo De Caro, accusati d’aver sottratto all’antica biblioteca di via Duomo almeno 250 testi di inestimabile valore. Ora l’attenzione degli inquirenti si sposta sulle pedine della scacchiera di De Caro, utilizzate come complici al disegno criminale che i pm all’epoca degli arresti lo scorso 24 di maggio definirono una mutilazione irreparabile al patrimonio culturale italiano. I libri infatti sono finiti tra il Giappone, gli Stati Uniti e l’Inghilterra e difficilmente faranno ritorno in Italia. Il gip che si occupa dell’inchiesta ha deciso di confermare la detenzione in carcere per tutti i protagonisti della vicenda, a partire proprio da De Caro ritenuto in grado di inquinare i documenti che lo accusano. Ma l’attenzione è puntata ora soprattutto sulla sua assistente, la 21enne ucraina Victoria Pavlovsky considerata l’ombra di De Caro, tanto da avere diritto ad un alloggio all’interno del complesso monumentale dei Girolamini. Lei sapeva, lei aiutava De Caro. E’ quanto ritengono gli inquirenti che stanno passando al vaglio le testimonianze e le dichiarazioni degli accusati. In primis quelle dell’ex direttore che millantava lauree e blasoni e che per gli inquirenti starebbe fornendo versioni parziali dei fatti, decidendo scrive il gip nel respingere la scarcerazione, chi consegnare alla giustizia e chi invece salvare.
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