Napoli 23 maggio 2012- L’ Italia, si sente ripetere spesso, è un Paese senza memoria.Un Paese in cui la giustizia non funziona perché non riesce ad accertare le responsabilità. Un Paese in cui il torto e la ragione, i carnefici e le vittime, il male e il bene si confondono in un’immensa zona grigia, popolata da gente in attesa di capire chi vincerà e quindi da quale parte schierarsi.Almeno nel caso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, si può dire che non è andata così.Il 23 maggio e il 19 luglio 1992 non sono due date da ricordare come anniversari di morte, ma come celebrazioni di vite. Questo il senso della manifestazione voluta dall’associazione Libera e celebrata, alla presenza del sindaco e gli esponenti dell’amministrazione comunale nei pressi di palazzo san giacomo davanti l’albero dedicato ai due magistrati…Vent’anni dopo, si può dire che la lezione dei due magistrati è integra, intatta. I volti e i nomi di Borsellino e Falcone familiari a più generazioni, come non accade quasi mai.
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