Napoli, 5 maggio 2012 – Un fiume di fango e detriti che non risparmio’ case, strade, ospedali e scuole. Quattordici anni fa, il 5 maggio del 1998, smottamenti e frane dal Pizzo d’Alvano, massiccio tra le province di Salerno e Avellino, scesero a valle travolgendo i paesi di Bracigliano, Quindici, Siano, San Felice a Cancello e Sarno: qui si registro’ il bilancio piu’ pesante, 137 vittime delle 160 che in totale persero la vita in quei pochi minuti. Intere frazioni furono seppellite dal fango, come Episcopio, soprannominata malinconicamente la Pompei del Duemila, dove i detriti raggiunsero anche i sette metri di altezza, senza lasciare scampo a chi viveva nei piani bassi delle palazzine affacciate su strade strette e impraticabili. A Episcopio si trovava Villa Malta, ospedale che alle 23:31 del 5 maggio fu sorpreso dalla colata di fango: furono in sei, tra medici a infermieri, a perdere la vita sul posto di lavoro, dove rimasero nonostante ormai fosse stato lanciato l’allarme. Oggi, nel centro di Sarno, c’e’ una nuova struttura intitolata ai ‘Martiri di Villa Malta’. Tante furono le polemiche che si scatenarono nei giorni e nei mesi seguenti. Sul ritardo con il quale fu lanciato l’allarme e sulla ‘condotta omissiva’ dell’allora sindaco Gerardo Basile e dell’ex assessore comunale Ferdinando Crescenzi, che in una lunga vicenda giudiziaria hanno dovuto difendersi dall’accusa di non aver ordinato l’evacuazione delle abitazioni. Dopo una prima assoluzione nel 2008, la Corte d’Appello di Napoli ha condannato Basile a cinque anni e all’interdizione perpetua ai pubblici uffici, pochi mesi fa. Per Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei geologi della Campania, al di la’ delle responsabilita’ istituzionali l’alluvione di Sarno fu “una tragica concomitanza di fattori“. “Il periodo abbastanza lungo di forti piogge capito’ in un periodo dell’anno, quello primaverile, in cui i terreni erano piu’ fragili e soggetti a movimento, avendo gia’ assorbito acqua durante la stagione autunnale e invernale.“.
Poco tempo prima sul tratto dell’autostrada A3 all’altezza di Nocera Inferiore una frana di minore entita’ travolse alcune auto in transito, causando un morto. Il 10 gennaio 1997 un analogo episodio aveva interessato Pozzano, localita’ nel comune di Castellammare di Stabia. Tutti campanelli d’allarme che evidenziarono l’instabilita’ dell’assetto idrogeologico dell’area, ma poco o nulla fu fatto.
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