Napoli, 11 maggio 2011 – Evitare la ricetta per risparmiare tempo e danaro. E’ l’ultimo escamotage nel comparto sanitario in Campania. Sempre più spesso, infatti, i laboratori di analisi privata applicano sconti consistenti per chi rinuncia alla ricetta medica. In pratica c’è un doppio guadagno: l’utenza non deve pagare il salatissimo ticket e i laboratori incassano subito il danaro evitando le attese infinite dei rimborsi regionali. Un sistema che sta prendendo sempre più piede nella nostra regione per far fronte da un lato agli altissimi costi del comparto sanitario pubblico che ricadono sui cittadini e dall’altro al deficit della Regione che stenta a rimborsare il comparto privato. In questo modo però, rinunciando alla ricetta medica non c’è rimborso per la sanità pubblica e quindi diminuiscono le possibilità di risanare i conti perennemente in rosso. Una situazione che potrebbe destabilizzare ancora di più la situazione della sanità campana con in suoi 10 miliardi di euro di debiti accumulati nel decennio 1999 2009 a cui se ne aggiungono altri 5 legati proprio al deficit della sanità. una soluzione potrebbe arrivare dall’eguagliare il comparto privato a quello pubblico per quanto riguarda i costi più alti per il pubblico, per alcuni servizi. Intanto sul fronte spesa arriva da “Quotidiano Sanità” l’allarme sulla recente stangata subita dai contribuenti della sanità campana: 125 euro a testa nel solo 2011 dovuti agli aumenti del ticket e l’extra ticket di 10 euro, al costo della ricetta di due euro e quello dei farmaci 1euro e 50. Esenti parzialmente e in toto solo alcune categorie, tra cui disoccupati invalidi e ammalati gravi.
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