Bergamo, 15 maggio 2012 – Rifiuti della discordia quelli campani. Questa volta ad alzare il polverone è un comune del bergamasco che si oppone a ricevere i rifiuti speciali non pericolosi dalla nostra regione. In realtà le carte sono in regola: per questo tipo di materiale infatti non è necessario alcun accordo tra le amministrazioni e di fatto vige un contratto stipulato tra la Sapna, l’azienda che gestisce i rifiuti della provincia e i proprietari del termovalorizzatore di Dalmine, che brucia circa 800 tonnellate di materiale proveniente dalla Campania a settimana per i prossimi tre mesi al costo di 150 euro a tonnellata. Il problema semmai è tra il Comune e l’azienda in questione colpevole, pare, di non pagare le royalty al comune e soprattutto di aver innalzato i costi per tonnellata in maniera unilaterale passando da 85 a 132 euro poi scesi a 113. Ma per risparmiare i comuni del bergamasco vanno a smaltire a Brescia creando quello che il comune vede come un vero e proprio paradosso: ossia che nel loro territorio debba essere smaltita l’immondizia che proviene dal sud senza alcun beneficio per la comunità di Dalmine. Poco c’entra pare la bandiera leghista del primo cittadino: vogliamo vederci chiaro annunciano, e andremo a verificare cosa effettivamente arriva nel nostro comune. Al sindaco Claudia Terzi fa eco il Presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano: ok la legge lo consente ma di certo non staremo a guardare senza essere sicuri di ciò che il termovalorizzatore sta smaltendo. Per adesso la legge consente, appunto, e i viaggi continuano nonostante la rabbia di amministrazione e cittadini che ne fanno una questione di soldi e salute. Una stoccata poi al sindaco di Napoli, De Magistris contrario al termovalorizzatore: se tutti avessimo fatto così, sentenziano da Bergamo saremmo sommersi dai rifiuti e pagheremmo milioni per smaltirli. A Napoli non vogliono l’inquinamento, eppure chiosano, lo mandano qui da noi.
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