Napoli, 11 maggio 2011 – “Questa crisi è come una guerra mondiale, coinvolge non solo i popoli, ma le singole persone”. Lo sostiene il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe: l’origine della crisi va ricercata “nell’individualismo, nell’egoismo che pervadono la politica e l’economia che agiscono nell’interesse di pochi e per il profitto”. La ‘ricetta’ indicata da Sepe per uscire da questa situazione è “la riscoperta dell’altro e del rispetto reciproco”. In questa direzione, secondo il cardinale, “é fondamentale il processo formativo e – ha aggiunto – come Chiesa dobbiamo chiedere scusa perché non abbiamo fatto quanto dovevamo essendoci forse arroccati nel recinto ecclesiastico, mentre avremmo dovuto guardare al di fuori”. Formare i giovani e la comunità è dunque secondo Sepe “la mia e nostra missione perché la Chiesa non può pensare solo di dare i sacramenti, ma deve educare”. La chiesa napoletana, come ha spiegato il cardinale, “é impegnata in un catechismo napoletano per educare la comunità al rispetto delle regole, a pagare le tasse, a essere civili”. “Dobbiamo ricostruire – ha concluso – una cultura sociale, politica, economica ricostruendo le vertebre, l’ossatura fondata su valori veri”. Dare risposte alla gente per «evitare di arrivare a conseguenze estreme». Così il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, in relazione ai suicidi per la crisi. «Sono la conseguenza di un mancato rispetto delle esigenze, della perdita di valori a tutto campo, dell’assenza di sostegno che fa arrivare a situazioni drammatiche».
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