Napoli, 24 maggio 2012 – Gli scavi di Pompei ancora sotto i riflettori. Questa volta finiscono in un’inchiesta della magistratura di Torre Annunziata a causa di sospetta presenza di amianto nel sito. A far partire le indagini, le morti sospette tra custodi e archeologi e addetti per tumori alla gola o alle vie respiratorie. Da qui i carabinieri fecero partire il sequestro dell’area e ieri è arrivato anche l’avviso di garanzia alla soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro, notificatole negli uffici napoletani degli scavi. Per gli inquirenti si tratterebbe comunque di un atto dovuto necessario per consentire ai periti del tribunale di Torre Annunziata di effettuare il carotaggio e dunque i prelievi di rito sulle strutture container di Porta Marina Superiore. E’ lì infatti secondo gli inquirenti che si anniderebbe l’amianto killer che potrebbe aver procurato le morti. Secondo i primi accertamenti ad essere colpiti da patologie gravi alle vie respiratorie sarebbero stati i lavoratori a stretto contatto con i container. Ora toccherà agli investigatori stabilire se la Sovrintendenza era o meno a conoscenza del pericolo amianto e quali cautele ha preso per arginare il rischio per la salute dei dipendenti. Intanto i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno già ascoltato alcuni lavoratori, tra questi hanno raccolto anche la testimonianza choc di un custode cui i medici hanno diagnosticato un tumore maligno ai polmoni che avrebbe rivelato la presenza sotto i lapilli di sostanze altamente tossiche: “Mi dissero di depositare il materiale nel perimetro interno dell’area”, avrebbe raccontato ai militari. La zona dove si trovano i container del prefabbricato di porta marina superiore rientra nel percorso dei turisti, specie dei disabili. La struttura denominata il mostro per l’ambiguo disegno, è ora sotto sequestro. I container furono installati alla fine degli anni 90 in maniera provvisoria. A distanza di trent’anni sono ancora lì e potrebbero essere la causa delle morti per amianto, come già attestato dall’inali per alcuni dei 7 lavoratori deceduti.
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