Napoli, 18 aprile 2012 – E dire che appena un mese fa la battaglia sembrava vinta. Era il 15 marzo, nei giorni precedenti si era registrata una incredibile rivolta popolare a Quarto. Una rivolta che sembrava avesse premiato i cittadini perché alla fine si era deciso che la discarica del Castagnaro, un’area da trasformare in sversatoio all’interno di un’ex cava di tufo, non si dovesse più fare. Una decisione giunta direttamente da Montecitorio, che decretava il no alla costruzione di discariche in aree vincolate e di tutela ambientale. Semaforo verde a un Ordine del giorno presentato dalla deputata del Pd, Luisa Bossa, firmato da altri dieci deputati del Pd, e accolto, con parere favorevole, dal Governo.
Invece, a quanto pare, la decisione era stata soltanto rinviata. Dell’ipotesi di costruire la discarica nella vecchia cava del castagnaio si è tornati a parlare. E immediata e veemente è stata la reazione dei cittadini. Da questa mattina una serie di blocchi stradali sono stati attuati dentro e fuori il territorio del comune di Quarto. Completamente isolata la città. Una strategia studiata a tavolino, perché i manifestanti hanno di fatto impedito la circolazione in quattro punti, via Montagna Spaccata, dove è stato posizionato anche un autobus al centro della carreggiata, via Masucci, via Campana e via Marmolito. Praticamente impedito qualunque tipo di collegamento con Napoli e gli altri comuni della zona.
Per motivi di ordine pubblico e sicurezza stradale, fino alle prime ore del pomeriggio, è stato chiuso al traffico in entrambe le direzioni lo svincolo di Quarto.
I manifestanti fanno sapere che continueranno a dare battaglia almeno fino a quando non avranno notizia che la decisione sarà almeno rinviata o sospesa.
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