Torre del Greco, 11 aprile 2012 – Ci avevano provato in una conferenza stampa convocata in uno degli hotel del gruppo, il Sakura. Una prima mediazione caduta nel vuoto. Oggi si affidano a parole contenute in una lettera aperta alla città. Una lettera nella quale invitano i tanti obbligazionisti, ben 13mila quelli censiti fino a questo momento, ad avere fiducia. Le tre famiglie che hanno fondato la Deiulemar compagnia di navigazione, la quarta società armatoriale in Europa e sulla quale incombe lo spettro di crack che rischia di mandare in fumo i quasi 700 milioni di euro investiti negli anni da risparmiatori di Torre del Greco, scrivono ai loro concittadini. Le famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo (da qui l’acronimo Deiulemar) sottolineano che “la persistente crisi economica mondiale che ha messo in grave difficoltà anche tutto il settore della navigazione, ci ha colpito fortemente: per questo ci troviamo in questa situazione. Oggi – prosegue la lettera – il nostro impegno è quello di mettere a disposizione il nostro patrimonio, il nostro lavoro e la nostra volontà di trasparenza nei vostri riguardi e nei confronti della città tutta dove viviamo e stiamo crescendo i nostri figli. La nostra collaborazione è massima anche nei confronti degli organi preposti agli accertamenti per riuscire a trovare una soluzione condivisa e concordata”. Parole che non placano certo le polemiche, né mettono tutti d’accordo. A cominciare dai vertici della società. Al punto che il legale dell’ex amministratore unico, Michele Iuliano, fa sapere che la famiglia dello storico “capitano” “si dissocia della lettera erroneamente firmata dal comandante Michele Iuliano e che pertanto è da attribuire solo alle famiglie Lembo e Della Gatta”. E’ guerra intestina. A cui, fa da sfondo, la guerra dei risparmiatori torresi. Gente che ha affidato alla Deiulemar ogni nichelino risparmiato e che ha inscenato, in queste settimane, sit in, cortei, manifestazioni sfociate in atti di autentica guerriglia. La Procura di Torre Annunciata ha aperto un fascicolo con dentro i nomi di cinque indagati. Bocciata, per ora, l’ipotesi di trasformare le obbligazioni in azioni e gli investitori in azionisti. Si attende ora la data del 18 aprile, quando in tribunale si discuterà su un ricorso di fallimento ai danni della Deiulemar. Ricorrente è una società di nolo che vanta un credito di circa 230 mila euro.
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