Caserta, 10 aprile 2012 – 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere sono in esecuzione da questa mattina da parte dei carabinieri di Caserta nei confronti di altrettanti pregiudicati ritenuti responsabili dell’omicidio di Antonio Salzillo e Clemente Prisco avvenuti a Cancello ed Arnone, nel casertano, il 6 marzo 2009. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi compare anche il figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan, boss dei Casalesi. Per gli investigatori, coordinati dalla Dda di Napoli, i delitti sarebbero avvenuto nell’ambito di una guerra di camorra interna al clan. Antonio Salzillo una delle due vittime sarebbe stato l’obiettivo principale del duplice assassinio, punito per riaffermare la leadership del gruppo Schiavone nelle zone assoggettate al proprio controllo, ma soprattutto per aver disprezzato l’uomo simbolo dei Casalesi vincenti: Francesco Schiavone Sandokan. E proprio il figlio maggiore di quest’ultimo avrebbe avuto un ruolo centrale nell’organizzazione degli omicidi. Antonio Salzillo, nipote dell’ex capo dei Casalesi Antonio Bardellino, assassinato quest’ultimo in Brasile nel maggio del 1988, era tornato a vivere nel casertano dopo anni di esilio e aveva avviato un’attività commerciale, vendendo autovetture usate, senza l’autorizzazione del clan. Uno sgarro, anche questo tra i moventi dell’omicidio. Nel 2009 lo scenario fu quello di due auto lanciate in una folle corsa in una strada di campagna. Davanti le vittime predestinate dagli uomini dei Casalesi, dietro i sicari e la caccia si chiude con decine di colpi di pistola esplosi dagli inseguitori contro il lunotto posteriore della Bmw in fuga.
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