Napoli, 29 marzo 2012 – Scarcerato uno, torna in carcere l’altro. Destini diversi per i gemelli Paolo e Gabriele Jannelli travolti dallo scandalo del dirottamento di pazienti dall’ospedale Cardarelli alla clinica privata di famiglia villa del sole. Per l’ex primario di ortopedia del Cardarelli le porte del carcere si sono riaperte dopo appena 18 ore di libertà ottenuta dai suoi avvocati grazie ad un vizio di forma e cioè alla mancata consegna da parte dell’accusa dei nastri delle intercettazioni alla difesa. Ma i legali di Paolo Jannelli non demordono e sono fermi nel voler dimostrare la linea difensiva sinora seguita e cioè la totale inesistenza dei fatti contestati: per i legali di Jannelli infatti i disagi e i lunghi tempi di attesa del Cardarelli avrebbero spinto qualunque medico in buono coscienza a consigliare una clinica privata specie nei casi più gravi. Per i pubblici ministeri Enry Jonh Woodcock e Francesco Curcio, titolari dell’inchiesta l’accusa resta la stessa: pazienti dirottati verso la clinica e invariati restano i reati: concussione, falso, truffa aggravata, peculato e omicidio colposo. Diversa la situazione per Gabriele Jannelli, dirigente di cardiologia al Policlinico per il quale sono stati invece revocati anche gli arresti domiciliari. Il tribunale del riesame di Napoli ha infatti stabilito che non ci sono prove che inducano a pensare ad un coinvolgimento di Gabriele nelle presunte truffe emerse nel corso delle indagini. Inoltre il cardiologo non risulta coinvolto nella gestione amministrativa di Villa del Sole seppur proprietario di quote della clinica. Gabriele è stato infine, scagionato anche dall’accusa di colpa medica a cui avrebbe fatto seguito una falsificazione di atti per occultare il decesso di un paziente.
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