Napoli, 31 marzo 2012 – Se non il pieno, alla vigilia almeno un mezzo serbatoio di emozioni le ha incamerate. Riecco l’uomo in blues, che satura, dentro e fuori, i locali della Fnac e manda in tilt il traffico e in visibilio quel nugolo di fortunati riusciti a guadagnare l’ingresso. Per vederlo, sentirlo, e vedere e sentire quella chitarra armeggiata con l’eccellenza del vecchio maestro, c’è tempo stasera, quando Pino Daniele solcherà il palco del Palapartenope, con bis domani sera. Per proporre le melodie che hanno fatto epoca, la sua, 33 anni di note e poesie, e quella di una generazione che accanto a lui ha camminato. Ma pure per produrre musica e parole de “la Grande Madre”, l’opera ultima dell’autore di Napul’è…
Un sound che porta in sé il sapore del blues, con radici napoletane, rock, soul, funky, suoni arabi, jazz, salsa, samba e melodia italiana. “La Grande Madre è il sangue misto nella musica – dice Pino, che non si concede ai microfoni – La Grande Madre è come una preghiera che nasce per caso sulle note di una melodia blues, americana, araba, africana, europea… sul linguaggio delle note del mondo.”
Un progetto tra rock e romanza, che segna pure l’addio di Pino alle major della discografia nazionale. La Grande Madre è pubblicata con Blue Drag, l’ambiziosa etichetta del cantautore.
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