Napoli, 1 marzo 2012 -Liste d’attesa sino a 18 mesi per un esame ecografico. Accade all’ospedale Cardarelli di Napoli. La notizia non è certo nuova né desta l’attenzione dei più ma sta di fatto che da giorni il nosocomio è sotto i riflettori della stampa: alle sale chirurgiche di ortopedia chiuse per mancanza di personale ai ricoveri in barella che finiscono per provocare danni agli stessi pazienti colpiti da incidenti a cause dell’assistenza precaria. E ancora il rischio infezioni per le cattive condizioni igienico sanitarie, elemento che accomuna comunque più ospedali. E alla fine arrivano anche le lunghissime liste d’attesa. C’è da dire comunque che il presidio sanitario è letteralmente preso d’assalto dai pazienti anche per le numerose branchie specialistiche che ricopre. E se il famoso Ospedale del Mare avrebbe potuto in questo senso dar respiro al nosocomio più grande del Sud Italia, il blocco ai lavori non ha fatto che peggiorare la situazione. Per il direttore sanitario Franco Paradiso il dramma del Cardarelli è tutta colpa della riduzione dell’organico, che a sua volta è frutto dei tagli regionali figli questi dei consistenti risparmi del Governo in materia sanitaria. Insomma, le responsabilità a ritroso si perdono nei meandri della burocrazia . Ma dall’ente di Palazzo Santa Lucia arrivano forti segnali di speranza dopo l’ottimo risultato raggiunto nel patto sui fondi tra le regioni in materia sanitaria: in un tempo record meno di sei ore la Campania ha ottenuto uno stanziamento di 9 miliardi e 900 mila euro strappando circa 145 mila euro in più rispetto allo scorso anno. L’obiettivo adesso è quello di ottenere al più presto i fondi e soprattutto ragionare sul piano di rientro del deficit. Su questo punto Caldoro ha le idee chiare: è necessario chiedere, secondo il presidente di Palazzo Santa Lucia, al Governo Monti un confronto franco e sereno, attraverso la revisione dei parametri attuali, “primo fra tutti la necessità dello sblocco del turn over che non fa altro che appesantire i costi e ridurre l’organico”, chiosa Caldoro.
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