Napoli, 23 marzo 2012 – Superati i due euro al litro anche per la benzina blu, si infuoca la protesta di automobilisti ma anche degli stessi gestori. A Napoli il costo del carburante è il più alto d’Italia e le associazioni di difesa dei consumatori scendono sul piede di guerra. Ad aggravare ancora di più la situazione il dato allarmante della correlazione tra aumento della benzina e aumento del prezzo degli alimentari. Da Federconsumatori spiegano infatti che la maggior parte del trasporto avviene su gomma e dunque ad un aumento dell’1 per cento del carburante corrisponde un più 0.2 per cento per i beni di consumi. A determinare il prezzo della benzina al di là delle diverse compagnie petrolifere è soprattutto il fisco: il 50 per cento della benzina verde finisce direttamente nelle casse dello stato a cui va aggiunta l’iva e le accise regionali. Una soluzione potrebbe essere quella di aumentare le cosiddette pompe bianche ossia gestite da distributori indipendenti, in modo da permettere una diminuzione dei prezzi, così come inserito in una prima bozza del decreto liberalizzazioni del governo monti. Emendamento però eliminato in seguito alle proteste delle major del petrolio. Il caro- benzina danneggia però anche gli stessi distributori stradali, fanno sapere dalla federazione dei gestori, e in molti sono costretti a chiudere bottega. tra caro benzina, caro assicurazioni e Ztl sempre più allargate ai napoletani non resta che lasciare l’auto, bene quasi di lusso, parcheggiata in garage.
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