Napoli, 19 marzo 2012 – Un caso di lupara bianca sventato sul nascere. Un caso di quelli destinati a non essere mai più scoperti, o che forse sarebbe venuto alla luce dopo anni. La scomparsa di due giovani, sequestrati, imbavagliati e portati chissà dove. Ma il caso si è limitato a un sequestro di interminabili minuti. Vittime, due ragazzi di Secondigliano, di 19 e 21 anni. Due personaggi lontani dalle logiche della camorra di quelle zone. Che a Scampìa si erano recati per acquistare alcune dosi di marijuana. Destinazione Scampìa. Lotto P, per l’esattezza, agglomerato di case a tutti noto come le “Case dei Puffi”. Qui sono stati avvicinati da tre persone che li hanno prelevati con la forza, per poi legargli polsi e caviglie con del nastro isolante e condurli nella loro auto, una Ford Fiesta. Per poi ripartire. Fortuna dei due rapito, che una pattuglia della sezione volanti della Questura abbia intercettato la vettura. La volante ha incrociato la vettura in viale della Resistenza. A insospettire gli agenti, il fatto che i tre rapitori, alla vista della polizia, hanno invertito il senso di marcia. E’ scattato l’inseguimento. L’auto dopo una breve fuga. Dall’abitacolo è sceso un giovane in evidente stato di agitazione. Era una delle vittime del tentato sequestro. Rapida perquisizione nell’abitacolo per trovare il nastro isolante utilizzato per legare le due vittime, che hanno riportato entrambi contusioni ed edema diffuso ai polsi. Arrestati i tre mancati sequestratori: si tratta di Simone Sacchettino, poco più che 18enne, Saverio Pianese, 22 anni, e Umberto Raia, di 29, entrambi finiti in manette. Rispondono di tentato sequestro di persona in concorso tra loro. Non è ancora chiaro il movente del rapimento. Si imbocca la pista della faida di Scampìa. Il sospetto di chi indaga è quei due andavano puniti per la sola appartenenza al quartiere Secondigliano.
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