Napoli, 10 marzo 2012-La Sanità corre ai ripari. Dopo lo scandalo che ha travolto l’ospedale Cardarelli il direttore generale del nosocomio rocco granata annuncia il ritiro del bollettario ai medici che non abbiano effettuato almeno 101 fatture nello scorso anno. Solo coloro che superano tale soglia di fatturazione nei propri studi medici privati potranno continuare ad effettuare prestazioni in intramoenia nel comparto pubblico. La decisione ha così bloccato oltre duecento medici del più grande nosocomio del sud. Una proposta già avanzata dal direttore qualche anno fa ma respinta dai sindacati dei dirigenti medici. Ma dopo il caso Jannelli la molla di spinta ad una maggiore sorveglianza è riuscita a partire. il blocco del sistema di pagamento privato in azienda pubblica non è l’unico provvedimento adottato da granata: dal prossimo lunedì infatti per i medici l’ingresso in ospedale sarà informatizzato: allo stato attuale l’attestazione di presenza avviene solo attraverso una autocertificazione. Sulla questione interviene anche Raffaele Calabrò, consigliere per la Sanità del governatore della Campania che avverte sul rischio di una ingiusta demonizzazione della scelta del medico di svolgere la libera professione al di fuori degli ospedali: “Se i medici fossero obbligati a svolgere la libera professioni esclusivamente nel nelle strutture pubbliche sarebbe il caos”, afferma Calabrò, “anche perché in Campania non esistono strutture adeguate”. Intanto sul fronte delle indagini nel megablitz della Sanità emergono nuovi dettagli: dopo il caso di una donna che avrebbe registrato una conversazione con Jannelli, spuntano ora nuove testimonianze di pazienti o congiunti che sarebbero stati invitati ad abbandonare la struttura pubblica a favore di quella privata dietro pagamento di cospicue somme di danaro. L’obiettivo degli inquirenti è ora quello di andare a fondo passando al setaccio anche altri nosocomi napoletani. E in campo è scesa anche la Procura Contabile che avrà il compito di vagliare i passaggi di danaro e gli accordi tra strutture pubbliche e dunque finanziate dallo stato e cliniche invece private . La Sanità finisce dunque sul banco di accusa a causa di crimini che il gip titolare dell’inchiesta Ludovica Mancini definisce odiosi.
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