Ha un record la Sanità campana. “Quello dei primari super pagati in un sistema che fa acqua da tutte le parti”. Il governatore Stefano Caldoro risponde con i fatti alle accuse sugli stipendi d’oro lanciate dal capogruppo del partito democratico Giuseppe Russo. Il presidente della Regione ordina a direttori generali e commissari la razionalizzazione. Caldoro ha disposto la riduzione di oltre il 20 per cento delle strutture complesse.
E mentre si annunciano nuovi tagli, arrivano i primi effetti del piano anticrisi varato da Palazzo Santa Lucia: in Campania le strutture complesse sono scese da 2048 a 1622, quelle semplici invece da 9845 a poco più di tremila. Una rimodulazione accompagnata dalla contrazione di primari e dirigenti medici. Se il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Napoli si dice d’accordo con la riduzione degli sprechi “perché è ora di darci un taglio con il ping pong delle responsabilità”, il presidente regionale dell’associazione nazionale dei primari Russo insorge a difesa della categoria. “Gli sprechi – dice Russo – non vanno individuati nelle spese del personale ma in servizi aggiuntivi come quelli di vigilanza che sarebbero necessari nei nosocomi e non nelle Asl”. Il primario difende anche gli stipendi dei colleghi campani, “più bassi rispetto a quelli delle altre regioni”. La Federazione dei medici invece va all’attacco dei Policlinici, dicendo che è lì che bisogna tagliare. A mettere un punto alle polemiche è l’Assomed, ricordando che i medici ospedalieri continueranno a subire il rigore in nome della dedizione al paziente. Ma accanto al rigore bisogna avere il coraggio di elencare i privilegi e combatterli fino in fondo.
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