Napoli, 22 febbraio 2012 – I sogni, si sa, sono fatti per essere vissuti. Sogni di gloria. Sogni raccolti in pagine di storia. Pagine colorate d’azzurro, pagine di un capitolo che, comunque vada, resterà indimenticabile. Triplo fischio del direttore di gara Vasco Carballo ed è festa. Perché la storia ora è ad un passo. Perché il Napoli può andare lì dove neppure la banda Maradona era riuscita. I Quarti di finale di Champions League, al secolo e negli anni di gloria Coppa dei Campioni. C’è lo scoglio Stamford Bridge. Tre settimane da vivere col fiato sospeso. Ma la tappa è lontana in questa notte che definire magica sarebbe poca roba. E’ festa. Anzi, è delirio. Un delirio di caroselli e cori. Una città che veste l’azzurro, sfida un vento freddo e una pioggerella ghiacciata che si scioglie quando incontra voci stremate e cuori che battono forte e all’unisono. Tre gol, tre boati. E la festa è servita. Napoli dimentica le ansie. Lo fa grazie alla fede, alla passione. All’azzurro del Napoli sudamericano che dà lezioni di calcio italiano a una potenza inglese non più tale. Da San Giovanni a Teduccio alla City, attraversando la Fuorigrotta dell’arena azzurra, inerpicandosi sulle colline del Vomero e di Posillipo. E’ festa ovunque. E’ delirio ad ogni angolo. Perché ciò che conta, ora, è gioire. La storia è ad un passo. Ma i sogni, quelli, sono già realtà. Con buona pace per chi riteneva che forse era meglio concentrarsi sul campionato, ché la Champions non avrebbe regalato emozioni…
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