Napoli, 22 febbraio 2012 – Parafrasando la Ortese, il mare non bagna la camorra. Almeno non in questo caso. Né a bagnare sarà una pioggia di denari frutto, dalla accuse, di uno scellerato accordo tra clan, politica e imprenditoria. E’ la mala dei colletti bianchi. E’ la camorra che veicola appalti e mazzette. E specula sul territorio. L’operazione l’hanno denominata “Domitia Village”, dal nome del villaggio turistico edificato sul litorale di Castelvolturno, lungo quel tratto di territorio noto a bagnanti e villeggianti come Baia Domizia. Un’indagine che ha portato questa mattina all’esecuzione di un’ordinanza di custoria cautelare a carico di 14 persone, tra imprenditori e pubblici funzionari. I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza. Tra le persone arrestate ecco spuntare i nomi di Antonio Proto Fedele, ex sindaco di Casaluce, e di Alfonso Scalzone, fratello di Antonio, ex sindaco di Castel Volturno a sua volta indagato nei mesi scorsi con l’accusa di aver favorito esponenti del clan dei Casalesi. Proprio Alfonso Scalzone, nelle sue vesti di funzionario del Comune di Castel Volturno (ora retto da un commissario straordinario) avrebbe fatto ottenere ad imprenditori legati ai Casalesi le concessioni edilizie per realizzare il complesso residenziale “Domitia Village”, finito questa mattina sotto sequestro.
Un’operazione che ha visto scendere in campo centinaia di militari delle fiamme gialle, impegnati a eseguite stanno eseguendo numerose perquisizioni, ma soprattutto sequestri di oltre 300 immobili e terreni per il valore di 250 milioni di euro, riconducibili ai clan Zagaria, di quel Michele “capa storta” catturato nel dicembre scorso dopo una latitanza durata 16 anni.
Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo camorristico, concorso esterno alla camorra, corruzione, abuso d’ufficio, truffa e abusivismo edilizio.
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