Napoli, 27 febbraio 2012 – Ha partorito in strada, sul marciapiede che dal giorno prima era diventato la sua casa. La storia di Anna, 40 anni, sofferente psichica senza fissa dimora, riaccende i riflettori sul dramma dei clochard a Napoli, a tre settimane dal tweet di Roberto Bolle che segnalava la presenza di barboni sotto i portici del teatro San Carlo come emblema del degrado della città. Proprio nei pressi del San Carlo c’é un negoziante che lancia un sos: il suo esercizio è in crisi perché i potenziali clienti si allontanano a causa dell’odore nauseabondo che si leva dal giaciglio di un homeless. Storie di sofferenza e di disagio che si intrecciano, nella Napoli dove vivono – secondo stime della Comunità di Sant’Egidio – circa 1.500 barboni. Per loro si è attivata la rete della solidarietà nei giorni del grande freddo; passata la mobilitazione dell’emergenza resta la quotidianità difficile da affrontare. Ne sa qualcosa Anna, nata a Marcianise , un passato di ricoveri, anche recenti, in ospedale e di fughe. Ieri i residenti di via Bianchini, strada del centro tra via Duomo e piazza Mercato, l’hanno sentita gemere: le hanno chiesto se avesse bisogno di aiuto, lei ha risposto di no. Ad un certo punto la donna si è alzata, lasciando sul marciapiede il neonato da poco partorito. Quando sono arrivati i carabinieri la donna si era allontanata di qualche centinaio di metri dal neonato, e ciò ha fatto pensare che volesse abbandonarlo. Lei, in evidente stato di confusione, pare abbia spiegato di essersi mossa per chiedere aiuto. Anna ora è piantonata dai carabinieri nell’ospedale Loreto Mare, è ancora poco lucida, pronuncia frasi sconnesse. Il suo bambino si trova nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Annunziata, dove è giunto con forti sintomi di ipotermia.
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