Grosseto, 25 gennaio 2012 – Francesco Schettino è solo, anzi pensa di esserlo ma è intercettato. Non è ancora in stato di fermo: parla, telefona, si pente dell’ “imprudenza”, si giustifica dicendo di aver salvato molte vite, ma capisce anche che toccherà a lui “pagare” per quell’ “inchino”. Sono le intercettazioni ambientali nella caserma dei carabinieri di Orbetello del 14 gennaio, poche ore dopo il disastro della sera prima che, in buona parte, “anticipano” la linea che il comandante della Costa Concordia terrà di fronte agli inquirenti. Parole, quelle intercettate, che, secondo la difesa di Schettino, “sono compatibili con quanto dichiarato finora” dal comandante che i legali definiscono turbato e frastornato.
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