Goliarda Sapienza ha tenuto per vent’anni il suo diario e ha definito questa sua abitudine un vizio. Un vizio utile però per ricordare e per fermare un pensiero per sempre. Attrice di teatro e di cinema prima di diventare scrittrice, la Sapienza negli anni Cinquanta e Sessanta ha lavorato, tra gli altri, con Luchino Visconti in “Senso” e con Alessandro Blasetti e Citto Maselli. Catanese, di una famiglia socialista rivoluzionaria, ha vissuto dai sedici anni a Roma ed è morta a Gaeta nel 1996. Il suo primo romanzo “Lettera aperta” uscì nel 1967 e il suo ultimo libro pubblicato da Einaudi nel 2011 è la raccolta di racconti “Destino coatto”. Il “Vizio di parlare a me stessa” è un viaggio di nella seconda vita dell’autrice che parla del fallimento del socialismo, dei suoi autori preferiti e di romanzi mai scritti che però sanno parlare al lettore con la forza di un vero romanzo. La scrittura ha il passo lento e profondo delle grandi biografie dell’anima. <L’intimismo borghese però proprio non le apparteneva – spiega Antonio Pellegrino nella prefazione –ed è inutile cercare nelle ultime pagine segni di qualche avvertimento della fine imminente. I suoi taccuini sembrano non dover finire mai>.
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