Napoli, 14 gennaio 2012- Questa volta il sindaco di Castellammare di Stabia, gioca d’anticipo. E così, ad una settimana dalla processione del 19 gennaio per il Santo Patrono, San Catello, l’ex magistrato Luigi Bobbio mette le cose in chiaro: «Mai più commistioni tra feste patronali e criminalità organizzata». E soprattutto: «Mai più la statua di San Catello in sosta davanti all’abitazione di un boss della camorra, come accaduto l’anno scorso». Ed ancora, il primo cittadino chiede anche controlli ‘antimafia’ sui portatori della statua e sugli organizzatori. È da un anno che tra il sindaco Bobbio e l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare, monsignor Felice Cece, non corrono più buoni rapporti. All’origine del malanimo, proprio il diverbio che scoppiò tra sindaco e vescovo sul percorso e le soste della processione per il Santo Patrono. È per tutto questo che il sindaco chiede alle autorità religiose di concordare il percorso e di passare al vaglio i componenti del Comitato organizzatore, facendo riferimento a una nota del Prefetto che ha imposto ai sindaci di vigilare sulle interferenze dei clan nelle feste patronali. Lo scorso anno lo scontro tra il vescovo e il sindaco esplose dentro lo stabilimento della Fincantieri, quando Bobbio capì che era intenzione dei «portatori» della statua rispettare una tradizione secondo la quale, all’uscita dal Cantiere, la statua di San Catello veniva deposta per pochi minuti di preghiera davanti alla Cappella di Santa Fara, nel quartiere antico dell’Acqua della Madonna. Bobbio, montò su tutte le furie, dal momento che la cappella di Santa Fara è sotto il balcone di un noto boss della città, e la stessa chiesetta è luogo di culto di cui si cura personalmente la famiglia del camorrista.
Dopo le rimostranze durissime del sindaco, la processione non si fermò, ma rallentò e il primo cittadino si strappò la fascia tricolore urlando alla processione di avanzare celermente.
RSS feed for comments on this post. TrackBack URL