Napoli, 4 gennaio 2012 – E’ la strategia del rumore e del terrore. La strategia pensata da chi non si fa scrupoli a lasciare morti ammazzati sul selciato in nome e per conto dell’onorata famiglia dei Casalesi, cartello oggi in cerca di un padre-padrone dopo la cattura della primula rossa Michele Zagaria.
Una strategia che porta gli uomini del clan a intimidire a colpi di kalashnikov, raccontata in un’inchiesta conclusasi con l’arresto di 10 affiliati ai Casalesi, epilogo di indagini su una serie di episodi avvenuti tra la primavera del 2008 e inizio 2009. Estorsione, tentata o consumata, è l’accusa principe sul capo dei 10 che vengono ricondotti alla famigerata ala stragista, quella fondata dal boss detenuto Giuseppe Setola.
Gli indagati, tra cui lo stesso Setola, in arte ‘o cecato e in carcere da tre anni, sono accusati di aver estorto una grossa somma di denaro nei confronti dei fratelli Passarelli, a loro volta già coinvolti in un’indagine per riciclaggio di capitali della camorra casalese in attività imprenditoriali.
Nel dettaglio, gli uomini del gruppo Setola, compreso il reggente dell’ala stragista, per costringere alcuni imprenditori restii a pagare la restrizione al clan, il 15 settembre del 2008 avrebbero esploso numerosi colpi di pistola e mitra contro le saracinesche del supermercati Md discount di Villa Literno, in provincia di Caserta, feudi, tra i tanti, sotto il controllo del cartello decapitato nel dicembre scorso.
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