Sono liberi i marinai della Savyna Caylin. Per 318 giorni hanno vissuto sotto il tiro delle mitragliatrici dei pirati somali, prigionieri sulla loro stessa nave sequestrata lo scorso 8 febbraio. Ora Procida si prepara ad accogliere i suoi uomini con un Natale speciale. “E’ finito un incubo” dice Nunzia Nappa. E’ lei, la moglie del comandante, Giuseppe Lubrano a rivelare stamani che la nave è finalmente in sicurezza, che tutto è finito. La Nappa ha stappato lo spumante con le figlie, dopo aver chiesto per mesi alle istituzioni la liberazione del marito. Il passaparola corre veloce sull’isola, dal centro storico al porto, provocando lacrime e urla di gioia tra i concittadini. Un delirio anche su Facebook, dove la figlia del comandante scrive “Finalmente liberi”. Campane, botti e sirene di navi traghetto arriveranno a Marina grande per festeggiare un’operazione che ha restituito il respiro a un’intera comunità. La libertà per i marinai di Procida è arrivata ieri mattina a bordo della nave della Marina militare “Grecale”, con un team di sicurezza del reggimento San Marco. L’operazione condotta dalla Farnesina è blindata. Si parla di un riscatto di oltre undici milioni, non confermato però dalla società armatrice. “Stiamo tutti bene – è riuscito appena a dire il comandante al telefono – crepi il lupo”. La voce era tesa ma serena, come quella di chi sa che sta tornando a casa dopo un viaggio che ricorda quello di Ulisse. Le ultime quattro ore con i pirati sono state terribili, vissute con l’angoscia di sapere che la libertà era a sole trenta miglia di distanza, dove si entra in acque internazionali. Ma gli uomini della Savina hanno tenuto duro, non anno rivelato nulla per evitare che qualcosa andasse storto. Ora devono solo arrivare a casa, sull’isola non sarebbe arrivato Natale senza il ritorno di Peppino e Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta.
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