Caserta, 19 dicembre 2011 – Erano le donne a tirare le fila delle estorsioni. O meglio le mogli dei capoclan Alessandro e Fabrizio Menditti, gruppo affiliato ai Belforte e in rapida ascesa dopo gli arresti di questi ultimi.Femmine boss che secondo le indagini della squadra mobile di Caserta avevamo il compito di raccogliere il frutto delle attività estorsive e di custodire armi e droga che venivano poi affidate a terzi.In tutto sono 11 le persone finite in manette nell’ambito dell’operazione Mangusta che nel casertano ha portato in carcere esponenti del gruppo camorristico, responsabile di numerosi episodi estorsivi ai danni di cantieri edili e ditte che installano videogiochi.Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla procura antimafia, le richieste estorsive venivano presentate dagli emissari del clan e anche dagli stessi reggenti del gruppo criminale, guidato da Alessandro e Fabrizio Menditti, figli di Francesco capo storico del clan, morto per cause naturali lo scorso maggio del 2010.Il clan attivo nel comprensorio Caserta, Marcianise e nell’area metropolitana contigua al capoluogo, aveva visto la sua ascesa con il progressivo indebolimento dei Belforte. Clan decimato dagli arresti dei capi storici e dalla scelta di collaborare con la giustizia di alcuni compienti di spicco dell’organizzazione, protagonista negli anni 90 di una sanguinosa faida con il clan Piccolo.
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