Napoli, 23 dicembre 2011 – La procura di Teramo ‘blinda’ sempre più gli indizi raccolti per accusare il caporalmaggiore dell’Esercito Salvatore Parolisi, unico indagato per la morte della moglie, Melania Rea. Lo fa sottoponendo a perizia perfino il cane molecolare che nelle ore immediatamente successive alla scomparsa della donna, la sera del 18 aprile, fu utilizzato nelle ricerche sul pianoro di Colle San Marco. Il consulente tecnico d’ufficio lo ha valutato “inattendibile”. Quel cane molecolare, dopo aver fiutato odori prelevati da indumenti della donna, si diresse verso una zona in particolare di Colle San Marco, nei pressi del monumento ai Martiri della Resistenza, in un percorso a metà tra le altalene e il bar-chiosco verso il quale il marito aveva detto che si era diretta. Fino a oggi era l’unica labile traccia che restava della possibile presenza della donna lassù piuttosto che dove la procura riteneva che fosse, ovvero nel boschetto di Ripe di Civitella. Fino a oggi perché il consulente tecnico d’ufficio che ha valutato il cane, un esemplare di Bildhound, nel corso di un test tenuto nelle settimane scorse in Piemonte, lo ha definito “inattendibile”. Il cane molecolare è stato messo alla prova sullo stesso campione di abbigliamento umano assieme a un cane da valanga della Guardia di Finanza ancora in fase di addestramento: quest’ultimo ha trovato ben presto chi si doveva cercare, cosa che non è riuscita al cane molecolare sotto esame. La prova, secondola Procura, confermerebbe quello che un’altra perizia tecnica, quella sulle celle telefoniche agganciate dal cellulare della vittima, avrebbe sottolineato: Melania il 18 aprile, il giorno della scomparsa, non era mai salita a Colle San Marco come ha raccontato il marito.
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