Napoli, 21 dicembre 2011- In Italia otto comuni su dieci sono a rischio idrogeologico. E in 5 regioni il 100 del territorio è in pericolo.Questo il quadro fornito dal rapporto “Ecosistema Rischio 2011” fatto da Legambiente in collaborazione con la protezione civile. E dall’indagine che prende in considerazione le attività realizzate dai comuni contro il dissesto, nessuno raggiunge standard soddisfacenti.I più virtuosi si trovano in provincia di Cuneo Bergamo, tra le maglie nere figurano tre comuni campani, Bagnoli Irpino, Moschiano e Quindici.In questi comuni le cose non vanno affatto bene perché è presente una pesante urbanizzazione e non sono state avviate sufficienti attività di mitigazione né sul versante della manutenzione del territorio né su quello dell’organizzazione di un efficiente sistema comunale di protezione civile.Un fatto grave alla luce delle tragedie che negli anni hanno visto coinvolto il territorio campano dove sono 504 i comuni presenti in zone di elevata criticità. Vale a dire in aree golenali, in prossimità di alvei, con il 36% con interi quartieri. E nella nostra regione, presenti in aree a rischio strutture e fabbricati industriali, che comportano in caso di alluvione, oltre al rischio per le vite dei dipendenti, anche il pericolo di versamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni.
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