Napoli, 28 dicembre 2011 – È servito a ben poco abbassare i prezzi a poche settimane dal Natale. Stavolta non uno specchietto per le allodole ma segno evidente di una crisi nelle vendite annunciata. Perché tra la manovra dell’ex Tremonti e l’ultima messa in atto dal nuovo governo, era chiaro che questo Natale non avrebbe visto gli splendori degli scorsi anni. Alla percezione, dovuta ai negozi semivuoti, adesso seguono i numeri. “Circa l’80% dei negozianti di Napoli e provincia ha messo in vendita la licenza di attività”. La denuncia è del presidente dell’Ascom, Pietro Russo. Secondo i dati rilevati da Confcommercio il settore dell’abbigliamento e delle calzature sono in caduta libera registrando un meno 40%. Segue quello della gioielleria con un meno 25 e quello dei grandi elettrodomestici con meno 24%. Si stima, inoltre, che circa il 30% delle imprese campane non arriverà alla primavera. Una situazione che, oltre a far traballare migliaia di posti di lavoro, sta soprattutto alimentando l’abusivismo ed il mercato del contraffatto. Tanto che il presidente di Confcommercio Napoli ha scritto al presidente del Consiglio, Mario Monti, ed al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri per denunciare la condizione di degrado e di concorrenza sleale che si sta venendo a creare a Napoli e in tuttala Campania.Chisi aspetta un’inversione di tendenza con i saldi che partiranno il prossimo 5 gennaio si sbaglia. Gli sconti già praticati dai commercianti nel periodo prenatalizio non hanno dato i frutti sperati e Confcommercio annuncia: “I saldi si presentano già in crisi”.
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