Castellammare di Stabia 26 novembre 2011 – Molti aspetti di quel delitto sono ancora oscuri. Innanzitutto il movente, dell’omicidio Tommasino, il consigliere comunale del Pd di Castellammare di Stabia, ucciso il 3 febbraio del 2009 mentre si trovava in macchina con il figlio rimasto miracolosamente illeso. Quattordici colpi partiti da una pistola preparata dall’ex reggente del clan D’Alessandro, Salvatore Belviso, da tre settimane collaboratore di giustizia.E proprio dai verbali dei suoi interrogatori i retroscena di quell’agguato, in cui Belviso ha ammesso di aver consegnato al killer Raffele Polito, anche lui pentito la pistola utilizzata per il delitto. L’arma fu dallo stesso Polito nascosta in una casa abbandonata e successivamente spostata in una casa diroccata. Ma nella deposizione emerge un altro particolare: qualche giorno dopo l’agguato il boss paolo Carolei si mostrò contrariato di quel fatto di sangue tanto da chiedere la consegna dell’arma ma anche del motorino utilizzato per l’agguato. Arma e mezzo fatto pervenire all’esponente di primo piano del clan D’Alessandro tramite Catello Romano il giovane del Pd che due giorni dopo aver confessato la partecipazione alla missione di morte ritrattò tutto fuggendo dalla località protetta. Il processo per l’omicidio riprenderà il prossimo 27 di dicembre ma dagli atti depositati non emerge alcun riferimento al movente. Unica pista 30 mila euro, somma rivendicata dal clan per ragioni ancora da chiarire.
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