Il padre americano è la storia di Antonio che, dopo il funerale del padre, parte per gli Stati Uniti insieme a una ragazza di vent’anni più giovane. Ma il viaggio che doveva servire per distrarsi e dimenticare diventa un’avventura interiore nei nodi irrisolti del suo passato e una ricerca delle proprie origini che si risolve in un avanti e indietro nel tempo doloroso e rischioso, un viaggio fisico e mentale in cui la morte e la spinta alla vita sono grandi protagoniste. In questo romanzo, pubblicato a tre anni dalla sua morte, avvenuta a 46 anni nel luglio del 2008 per un incidente stradale, Rocco Carbone ci riporta dentro una delle sue parabole morali, nelle trame di una sorta di favola a tema, asciutta, misteriosa e tesa in cui il protagonista torna con la mente ai suoi 18 anni quando, fu costretto ad abbandonare Reggio Calabria per trasferirsi a Roma per evitare le ritorsioni della ‘Ndranghetra contro il padre magistrato. Intrappolato in un presente che sente estraneo, Antonio ricorda l’amicizia con Ernesto, il suo opposto, sregolato, eppure determinato a diventare uno scrittore e gli torna alla memoria anche il nonno paterno partito emigrante per gli Stati Uniti. È lui la ragione del viaggio in America ed è lui l’ultima tappa di questo romanzo che in fondo è la storia dell’amore di un padre per il figlio e della speranza che i ricordi non svaniscano nel tempo. Quando il viaggio starà per concludersi Antonio troverà parenti americani di cui non sospettava nemmeno l’esistenza, che lo accoglieranno con un calore da Little Italy, donandogli quell’affetto rincorso e desiderato per tutta la vita. “Il padre americano”, infatti, è anche il racconto di una speranza di riconciliazione che passa per la propria identità, le proprie radici e la propria storia familiare. Con la sua scrittura lucida, secca, capace di far muovere le cose come dentro un destino prestabilito, Rocco Carbone racconta questa virile storia l’amore tra un padre e un figlio, ma ancor più di un figlio verso un padre avvertito ormai come indifeso, fragile. Un amore silente e incompreso per un genitore che si vorrebbe proteggere e difendere dall’impietoso passaggio del tempo, dalla vecchiaia, da quella crudele e inarrestabile decadenza per cui il corpo, giorno dopo giorno, cede al silenzio della morte mentre i ricordi si sfaldano per poi perdersi nel nulla.
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