Pomigliano D’Arco, 21 novembre 2011 – Al Giambattista Vico, lo stabilimento Fiat di Pomigliano accoglie 133 lavoratori che avvieranno la produzione di 3500 nuove panda destinate alla cosiddetta rappresentanza: saranno infatti, provate in occasione della presentazione alla stampa del prossimo 13 di dicembre ed esposte nelle concessionarie ma non saranno vendute. Il lancio vero e proprio è infatti previsto per metà febbraio 2012. Al momento sono 230 gli operai impiegati per la catena di montaggio nella nuova automobile a cui si aggiungono i nuovi mentre restano fuori ancora 4mila operai. dall’azienda, fanno però sapere che entro luglio 2013 verrà assorbito tutto il personale. Il rientro e la nuova produzione sono stati però aspramente contestati da alcune sigle sindacali come la Slai Cobas che ha diffuso volantini in cui definisce la fiat una montagna che partorisce topolini: per il sindacato infatti le 3500 vetture previste sono poche per il rilancio dello stabilimento campano. Dopo tre anni e mezzo di precarietà ci saremmo aspettati interventi più incisivi, denunciano i Cobas: la manciata di operai assunta infatti, continuano dal sindacato, ha accettato per stato di necessità, la selezione da forche caudine imposta dalla fiat e dai suoi sindacati, a cui seguirà la perdita di ogni diritto. Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale della Fiom Maurizio Landini che sulla scelta di estendere l’accordo di Pomigliano a tutti i 72mila lavoratori del gruppo fiat è durissimo: una siffatta decisione infatti, non vuol dire solo estendere un brutto accordo, ma si passa ad un sindacato aziendale e corporativo.
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