Napoli, 22 ottobre 2011 – Alla fine è arrivata anche lei nella sede del comando del Corpo Forestale dello Stato di Assergi, in provincia di L’Aquila. La soldatessa romana Ludovica Perrone è stata ascoltata per otto ore dai pm del pool teramano che indagano sull’omicidio di Melania Rea, la giovane mamma di Somma Vesuviana che scomparve il 18 aprile scorso e che fu trovata due giorni dopo, massacrata a coltellate, nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella.La Perroneaveva una relazione sentimentale con Salvatore Parolisi, marito della vittima ed unico indagato per il brutale omicidio, in carcere dal luglio scorso. Non sarebbe un caso che sia stata ascoltata solo ora, a distanza di mesi dall’inizio delle audizioni dei pm Davide Rosati e Greta Aloisi. L’intenzione dei pubblici ministeri era quella di arrivare all’audizione del teste chiave con un quadro esaustivo e completo, un passaggio fondamentale per evidenziare eventuali incongruenze con il racconto fornito dalla soldatessa e gli elementi raccolti finora.La Procuradi Teramo attribuisce, infatti, particolare importanza alla relazione che Parolisi aveva con la soldatessa, convinta come è che il movente che avrebbe portato Parolisi ad uccidere sua moglie sia quello passionale. È presumibile che i sostituti procuratori abbiano improntato il colloquio sui particolari del rapporto tra lei e Parolisi. I dettagli degli incontri e dei periodi di frequentazione e quelli dei colloqui tra lei e Melania, che aveva scoperto l’esistenza del rapporto extraconiugale. L’audizione si è svolta con un grande spiegamento di auto civetta. Gli investigatori hanno organizzato lo spostamento della testimone nel tentativo, ben riuscito, di nasconderla ai giornalisti.
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